LE VITE DI JACQUELINE PASCAL (LIBRO)

JACQUELINE PASCAL

Chissà se Jacqueline Pascal conosceva i versi che Dante dedica a Piccarda Donati nel canto III del Paradiso, è indubbio però che il suo cammino virginale sia guidato dalla volontà di rendersi «più bella» agli occhi di Dio. Ma l’abito religioso non impedisce a lei e alle consorelle di imboccare la strada della ribellione davanti alla richiesta di obbedienza cieca: la coscienza percepisce l’idolatria insita nel confondere la fede in Dio con la volontà del clero. Guidata dal rigore morale della fede responsabile, l’abbazia si scontrava col relativismo dei gesuiti che la presentarono a Roma come covo di «eretiche

Being a nun may mean accepting corporal mortification, but not blind obedience. The ideals of moral severity of religion drove the Port-Royal convent to denounce worship that inevitably confounded faith in God with the will of the clergy; in so doing it condemned itself to increasing persecution and Jacqueline Pascal died as a martyr. What could have made her «more beautiful» to the eyes of God: a signature in contrast with the truth or a refusal against obedience?

Insegnante, Silvana Bartoli si occupa di ricerca storica, in particolare di storia delle donne, sviluppandone le tematiche riguardanti identità e memoria, con attenzione specifica alle forme e ai modi della monacazione femminile nel Seicento. Oltre ai saggi e alla cura di volumi collettivi, ha pubblicato le seguenti monografie: La Madalena di Novara. Un convento e una città, Sellerio 1995 (Premio «Il paese delle donne»); Angélique Arnauld: «Relazione su Port-Royal», Sellerio, 2003 (Premio «Deledda»); Sposalizio in Canonica (Un processo per uxoricidio in un manoscritto del Cinquecento), Lampi di Stampa, 2005; Ha inoltre ricevuto il riconoscimento della «Fondazione Banca Popolare di Novara per il territorio».

Volume a cura della casa editrice  olschki

L’opinione di Cristina Rossello – Il libro si riconduce perfettamente nella frase del libro:” La divisa monastica può far accettare le umiliazioni da infliggere al corpo ma non l’obbedienza cieca. Denunciando l’idolatria insita nel confondere la fede in Dio con la volontà del clero, l’abbazia di Port-Royal era guidata dal rigore morale della religione responsabile ma segnò la propria condanna e Jacqueline Pascal travolse la propria vita. Cosa poteva renderla «più bella» davanti a Dio: una firma contraria alla verità o un rifiuto contrario all’obbedienza?” E rivela il sentire colto e un’idea di religione responsabile che si va formando e che si svilupperà nel tempo come evidenzia bene l’attività di ricerca della Bertoli.

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