CONFLITTI DEI BENI D’ARTE, STORIA E CULTURA NEI PATRIMONI FAMILIARI. IL MEDIATORE E LA GESTIONE PREVENTIVA

Chi si occupa di gestione di patrimoni è consapevole che nel caso di cambi generazionali aumentano le problematiche conflittuali, spesso interne alla propria organizzazione e risolte tramite rapporti di forza. Nel caso di patrimoni di tipo “artistico-archeologico-storico-culturale” e in presenza di collezioni di vario genere, dalle collezioni di mobili, di opere d’arte, di oggetti d’epoca, di archivi o libri, vere opere d’arte, diventa sempre più necessaria l’assistenza professionale capace di trattare l’argomento in forma stragiudiziale.

Generalmente sono situazioni generate da passaggi ereditari per cambio generazionale, dove ci si trova di fronte a collezioni ereditate o acquisite negli anni che poi passano di proprietà agli eredi. Altre volte si tratta di opere che un artista ha prodotto nel corso della sua vita e  che devono seguire l’iter successorio a favore degli eredi legittimi o degli altri destinatari indicati dallo stesso artista in volontà testamentarie. Altro caso, magari meno frequente,  ma sovente generatore di conflitti, è quello che prevede la liquidazione di un socio o di quote di un’impresa che ha  acquistato e contabilizzato opere nel periodo di attività. In questo caso, sovente, l’ammortamento dell’opera non consente una condivisione pacifica nell’attribuzione ai fini divisori.

La genesi del conflitto non si presenta sempre allo stesso modo: dipende molto dal fatto che il collezionista o l’artista o l’amministratore ne abbia condiviso con gli eredi la storia o l’attività di tenuta, custodia e cura. Si sa che per la maggior parte non accade questo. Spesso il patrimonio è ritenuto un’entità materiale e reale, ma assolutamente “dormiente” ai fini successori o divisori, e si tende a viverlo come appartenente alla storia più che alla famiglia o all’azienda e a volerne rinviare continuamente la valorizzazione.
Tuttavia nel momento in cui viene a mancare il capostipite o ne risulta necessaria la divisione o la vendita, gli eredi o gli aventi diritto si trovano impreparati o confusi o poco consapevoli del reale patrimonio che li riguarda pur vantando un diritto. Le parti interessate sono spesso coinvolte più  emotivamente che razionalmente e a quel punto subentrano emotività ed emergono situazioni psicologiche di vecchia data, anche insoddisfazioni e incomprensioni assopite. Ne nasce la pretesa di avere non un’equa soluzione al conflitto,  ma qualcosa di più personalizzato e tagliato sui propri interessi. In breve, non è sempre il valore economico delle opere che crea conflitto ma la sua “spartizione” psicologico-oggettiva. Questo atteggiamento porta solo a dispute che spesso si trasformano in lunghe cause legali, dove anche i professionisti incaricati, faticano a convincere le parti a razionalizzare il problema.

Oggi più che mai, grazie anche alla tecnologia, le collezioni in seno a Patrimoni non devono essere solo “possedute”, ma è necessario vengano catalogate e archiviate con metodi innovativi e risolutivi, perciò fruibili per diversi scopi quale il loro collocamento sul mercato. Poter aggiornare costantemente il valore complessivo o di parte della collezione è oggi indispensabile. Ormai ben si sa che certe tipologie di opere dipendono dalle mode, per questo possono subire anche notevoli oscillazioni di mercato, e ciò che ieri valeva molto può d’un tratto non avere più domanda e improvvisamente valere poco. Quando non è possibile avviare una precisa procedura di catalogazione, prima della nascita del conflitto, sarebbe interessante far partecipare alla successione o alla divisione o all’assegnazione dei beni un “mediatore”, in modo da aprire il dialogo tra i diversi partecipanti più o meno interessati.

In un processo di valorizzazione del patrimonio, diventa sempre più strategico far partecipare con da subito un mediatore “artistico-culturale-patrimoniale”, una figura affiancata a professionisti con conoscenze giuridiche, capace di dialogare tra i professionisti impegnati alla valorizzazione del patrimonio e gli eredi interessati. Ciò consentirebbe la partecipazione di questi ultimi alla valorizzazione prima che ci si trovi davanti ad effettive controversie. Nel contempo questa precisa figura, sarebbe di grande aiuto anche per rendere più brevi i processi di studio e di archiviazione e arrivare a concludere l’iter successorio/divisorio/assegnatario nella forma migliore, conciliando tutti i partecipanti.

(Per R.F.O. Rossello Family Office di Cristina Rossello)

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