I CONFLITTI NEL MONDO DELL’ARTE SI POSSONO GESTIRE IN FORMA PREVENTIVA

Chi si occupa di gestione di patrimoni è consapevole che nel caso di cambi generazionali aumentano le problematiche conflittuali, che spesso rimangono interne alla propria organizzazione e vengono risolte tramite rapporti di forza. Nel caso di patrimoni di tipo “artistici” ossia la presenza di collezioni di vario genere, dai libri alle vere opere d’arte diventa sempre più necessaria l’assistenza professionale capace di trattare l’argomento in forma extragiudiziale. A sottolineare questo è Marika Lion, Head Art & Culture Department di R.F.O (Rossello Family Office).

Generalmente tali situazioni si possono dividere in due categorie, la prima è generata da passaggi ereditari per cambio generazionale, dove ci si trova di fronte a collezioni ereditate a sua volta o acquisite negli anni da un collezionista che poi passano di proprietà agli eredi; la seconda invece, è quella relativa ad opere che un artista ha prodotto nel corso della sua carriera e  che devono seguire l’iter successorio a favore degli eredi legittimi o altri indicati dallo stesso artista in atti testamentari. Aggiungerei anche un’altra categoria, magari meno frequente ma che genera anch’essa spesso conflitti, ossia quella che prevede – in caso di liquidazione di un socio o quote di una società – la divisione delle opere acquistate e contabilizzate dall’azienda nel periodo di attività precedente.

Generalmente i conflitti si presentano non sempre allo stesso modo perché dipende molto dal fatto che il collezionista o l’artista abbiano condiviso con gli eredi la storia della collezione o il lavoro svolto. Ma per la maggior parte non è così. Spesso il patrimonio è ritenuto come qualcosa di materialmente reale ma assolutamente dormiente ai fini successori, si tende a viverlo come appartenesse alla storia più che alla famiglia e così, a voler rinviare continuamente la questione. Poi nel momento in cui viene a mancare il capostipite o risulta necessaria la vendita per altri motivi, gli eredi si trovano spesso confusi o poco consapevoli del reale patrimonio che li riguarda ma vantando dall’altra parte un diritto. Lo stesso accade in caso dell’opera di un artista. Le parti interessate sono coinvolte più emotivamente che razionalmente al punto tale da far emergere situazioni psicologiche di vecchia data, insoddisfazioni e incomprensioni assopite. Da lì nasce la pretesa di avere non un’equa soluzione al conflitto,  ma qualcosa di più personalizzato e tagliato sui propri interessi. In breve, non è sempre il valore economico delle opere che crea conflitto ma la sua spartizione psicologico-oggettiva. Questo atteggiamento porta solo a dispute che spesso si trasformano in lunghe cause legali, dove anche i professionisti incaricati, faticano a convincere le parti a razionalizzare il problema.

Oggi più che mai, grazie anche la tecnologia, le collezioni in seno a Patrimoni non devono essere solo “possedute” ma è necessario che vengano catalogate e archiviate con metodi innovativi, perciò fruibili per diversi scopi quale il loro collocamento sul mercato. Poter aggiornare costantemente il valore complessivo o di parte della collezione è oggi indispensabile. Ormai ben si sa che certe tipologie di opere dipendono dalle mode e perciò possono subire anche notevoli oscillazioni di mercato, e ciò che ieri valeva molto può non avere più domanda e improvvisamente valere poco. Quando non è possibile avviare questa precisa procedura di catalogazione prima della nascita del conflitto, sarebbe interessante far partecipare alla successione dei beni il mediatore, in modo da aprire il dialogo tra i diversi partecipanti più o meno interessati.

In un processo di valorizzazione del patrimonio, diventa strategico far partecipare da subito un mediatore “artistico-patrimoniale”, una figura affiancata da professionisti con conoscenze giuridiche (ben rappresentate nel sistema dei servizi che offre R.F.O) capace di dialogare tra i professionisti impegnati alla valorizzazione del patrimonio e gli eredi interessati. Ciò consentirebbe la partecipazione di questi ultimi alla valorizzazione prima che ci si trovi davanti ad effettive controversie. Nel contempo questa precisa figura, sarebbe di grande aiuto anche a rendere più brevi i processi di studio e archiviazione e arrivare a concludere l’iter successorio nella forma migliore, conciliando tutti i partecipanti.

Rossello Family Office di Cristina Rossello

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